Fabernews43 Pubblicato il 31 marzo 2017
Al Laboratorio Ottico Varesino l’industria 4.0 è sotto gli occhi di mezzo mondo
Dieci dipendenti, tantissima innovazione e una grande capacità di cogliere le esigenze del mercato: Daniele De Nardi, Paolo Corbetta e la loro squadra sono nella top ten della produzione di lenti in Italia. Un settore senza crisi grazie agli investimenti e alla tecnologia: dalle lenti digitali al cannone ionico, passando dalla pompa turbomolecolare
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Non è detto che chi fa innovazione usi le tecnologie di ultima generazione. Così come non è detto che le nuove tecnologie risolvano sempre i problemi. A volte un’idea, quella giusta al momento giusto, può cambiare le sorti di un’impresa. Il Laboratorio Ottico Varesino (L.O.V.) di via Friuli, a Varese, la sua storia l’ha cambiata proprio con le idee e il know-how. Ma anche con un cannone ionico, una cappa a flusso laminare e una pompa turbomolecolare. Sono questi i componenti principali del nuovo impianto, di fabbricazione franco-tedesca, acquistato tre mesi fa. I giovani, con l’Industria 4.0 (che questa impresa sa applicare in modo pratico ai processi) ci sanno fare.
UOMO E ROBOTICA PER RAFFORZARE IL BRAND
E’ per questo che al “macchinone”, che ha richiesto un investimento di qualche centinaio di migliaia di euro, ci lavorano in due: il venticinquenne Andrea, figlio di Daniele De Nardi (uno dei due soci del L.O.V.) e un altro giovane tecnico, formato proprio per muovere questo “banco” metà robotico e metà assistito dalla presenza dell’uomo. Una genialata, perché il centro – che serve per indurire la superficie delle lenti ed eseguire i processi di antiriflesso – ha permesso all’azienda varesina di rendersi completamente autonoma dalle multinazionali del settore e gestire internamente tutti i processi. Il vantaggio? «Teniamo tutto sotto controllo (produzione, colorazione, montaggio, tempi e costi), siamo più veloci, soddisfiamo richieste sempre più mirate, riusciamo ad offrire un servizio migliore ai clienti e il brand della nostra azienda è diventato più forte. In più riusciamo a fare quello che altri non fanno, così capita che i nostri competitor a volte diventino nostri clienti».
LA GRANDE RIVOLUZIONE
L’attenzione all’innovazione è ormai un must: «Il nostro comparto è sempre stato interessato dalla tecnologia – dice De Nardi – ma è dal 2010 che è partita la grande rivoluzione nella produzione di lenti oftalmiche con l’innovativa tecnologia free form». Già, è questo a fare la differenza perché il Laboratorio è una fra le dieci realtà italiane (in realtà tre di queste sono multinazionali e si sono prese il 50% del mercato) che si dedicano al settore delle lenti su prescrizione medica. Per intenderci, se volete un occhiale ”riposavista” potete anche affidarvi alle cosiddette lenti “semplici” «dagli anni Ottanta prodotte esclusivamente in Asia», incalza il titolare. Se invece i difetti visivi sono di tutt’altra natura, le lenti sono altre: «Un mercato di diciotto milioni di pezzi» nel quale il L.O.V. si muove con disinvoltura servendo tutto il territorio italiano. E facendo export indiretto, perché le multinazionali per le quali lavora inviano poi il prodotto alle loro sedi in tutta Europa.
UNA SQUADRA DI DIECI PERSONE
Varese, insomma, resta il secondo polo dell’occhialeria nazionale; il primo è nel bellunese. Ci difendiamo, e bene, proprio grazie alle imprese come il Laboratorio Ottico Varesino dove si realizzano lenti “fuori gamma” e altamente specializzate. De Nardi, che con il socio Paolo Corbetta guida una squadra di dieci persone, si definisce un «costruttore di lenti», ma sa benissimo che dietro a tanto lavoro c’è una metodica di lavorazione dove ogni passaggio è definito al secondo.
La tecnologia, qui, si respira ovunque a partire dai materiali: «L’evoluzione è continua sia sui minerali (ossidi di terre rare, lantanio e titanio) che sulla plastica. Diciamo che il mercato richiede per l’80% la seconda, ma anche qui il mondo è cambiato e ora si trattano elementi organici complessi e sofisticati. Se ai tempi di mio padre, negli anni Sessanta, si “grattavano” le lenti con lo smeriglio oggi si utilizzano utensili in diamanti naturali e punte in policristallino, abbinati a sofisticati software di progettazione».
GUARDARE IL MARE CON GLI OCCHIALI GIUSTI
Insomma alta tecnologia, ma senza dimenticare l’artigianalità, per una Industria 4.0 applicata all’esperienza e alla competenza: «E’ questo che ci permette di competere e di produrre lenti nelle quali la funzionalità si abbina all’estetica e al fashion attraverso trattamenti di colorazione speciale e specchiature». Lenti fantascientifiche con effetti Gloomy Black, Pink Ray, Ghost con gradazioni di colore che, facendo un passo in più, legano l’estetica all’aspetto curativo. E se, come rimarca De Nardi, i numeri non sono così «importanti» (ma in un anno escono dal Laboratorio Ottico Varesino dalle 50mila alle 60mila lenti), la reattività che sta dietro a quest’impresa è qualcosa di straordinario. Ma con umiltà. Sarà anche per questo che Daniele, all’ultimo minuto, se ne va per poi ritornare con una espressione in volto piena di soddisfazione: «C’è un’ultima cosa – dice accompagnandoci verso un lato nascosto dell’azienda. Qui facciamo qualcosa che supera la nicchia: montiamo lenti oftalmiche alle maschere da sub». Per non perdersi le meraviglie dei paesaggi sottomarini.
di Redazione [email protected]
Pubblicato il 31 marzo 2017